Testo tratto dall’articolo pubblicato sul Bresciaoggi del 3 ottobre 2021

Affrontare la sfida del passaggio generazionale per dare continuità alle imprese familiari.

A promuovere l’evento è O.group, società con sede a Rovato specializzata in consulenza e management per le imprese. Introdotti da Veit Romeo interverranno Angelo Cittadini, consulente delle imprese familiari e partner di O.group, Marco Fiini, Temporary manager e partner di O.group, e Alessandro Scaglione, esperto di Family Business, autore di libri di management e innovazione. Proprio quest’ultimo dopo aver lavorato per vent’anni in aziende familiari grandi, medie e piccole ha deciso di mettere a disposizione l’esperienza maturata per far crescere un modello di Family Business che possa funzionare.

«La convivenza tra generazioni che porta poi al passaggio generazionale – sottolinea Cittadini – non è un “momento”, ma un “processo”, a volte lungo a volte breve, a volte difficile, irto di ostacoli e tensioni, a volte lineare e scorrevole.

È un processo che parte da una scelta, dalla consapevolezza dell’imprenditore senior di aver dato quello che poteva dare e che è giunto il “momento” di lasciare le redini a giovani motivati e preparati».

Un nodo che da tempo deve essere risolto nelle PMI familliari riguarda l’incrocio tra la sfera familiare, cioè la dimensione in cui le scelte sono influenzate dalla protezione dei figli, e quella aziendale. Sono scelte difficili per un genitore, che si deve «sdoppiare» e assumere decisioni con diversi cappelli (quello del genitore e quello del manager), ma vanno fatte.

Il passaggio generazionale è una delle opzioni e peraltro la meno naturale (85 aziende su cento non arrivano alla terza generazione). Non è poi detto che i familiari debbano occupare tutte le posizioni in management, Governance e capitale, ma possono modularle.

«Proprio questo dato impone – aggiunge Cittadini – di aprire il management (Temporary, Fractional, Partenrship, ecc.), e la Governance (Advisory boards, consiglieri indipendenti, ecc. ) e il capitale per condividere e ridurre il rischio con professionalità arricchenti, avendo la lucidità e l’onestà di vagliare con attenzione in che misura la famiglia continua ad essere il miglior presidio per l’impresa e il suo capitale».

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